ANONIMO ARIMINENSE (Detti e fatti memorabili)

  BENVENUTO CELLINI, La Vita, (1500-1571)

Nella quale si descrive, nella notte in tra lo 5 et lo 6 de jannuaro 1537, la istraordinaria apparitione sulli celi de Firenze de una trave de focho la quale viene justamente interpretrata da Messere Benvenuto et suo compare Felice, come signo de grave evento lo quale se doveva manifestare in Florenza. Dimostrossi l'interpretatione corretta assay dacchè nella suddetta notte lo duca Alessandro [1] venne assassinato dallo cugino Lorenzino [2]. 

Montati a cavallo, venivamo sollecitamente alla Volta di Roma. Arrivati che noi fummo in un certo poco di rialto, era di già fatto notte, guardando in verso Firenze, tutti a dua d'accordo movemmo gran voce di maraviglia, dicendo: "O Dio del cielo, che gran cosa è quella che si vede sopra Firenze?" Questo si era com'un gran trave di fuoco, il quale scintillava e rendeva grandisomo splendore. Io dissi a Felice: "Certo noi sentiremo domane qualche gran cosa sarà stata a Firenze!" (...) Giunto a casa mia, vi trovai certi mia amici, ai quali, in mentre che noi cenevamo insieme, contavo loro le istrettezze dellla caccia e quella diavoleria del trave di fuoco che noi avevamo veduto: e' quali dicevano: "Che domin  vorrà significar cotesto?" Io dissi: "Qualche  novità è forza che sia avvenuto a Firenze." Così passatoci la cena piacevolmente, l'altro giorno al tardi venne la nuova a Roma della morte del duca Lessandro [1]. Per la qual cosa molti mia conoscenti mi venivan dicendo: "Tu dicesti bene, che sopra Firenze saria accaduto qualche gran cosa!"  

 (La Vita, Libro I, LXXXIX)

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[1] ALESSANDRO DI LORENZO DE MEDICI,  detto il Moro (1510-1537), duca di Penne, Signore di Firenze (1523-1527 e 1530-1532) e in seguito Duca di Firenze (1532-1537); benché illegittimo, fu l'ultimo discendente del ramo principale dei Medici a governare Firenze e il primo duca ereditario della città. L'omicidio avvenne nella notte tra il 5 e il 6 gennaio 1537 ad opera di Lorenzino. 

[2] LORENZO DI PIERFRANCESCO DE'MEDICI, detto anche Lorenzaccio e/o Lorenzino (1514-1548) esponente del ramo popolano della famiglia è passato alla storia soprattutto come l'assassino di suo cugino il Duca Alessandro. 

 MICHELANGELO BUONARROTI, Rime (1475-1564)

"Molti anni fussi qual felice, in una

brevissima ora si lamenta e dole;

e per famosa o per antica prole

altri s'inlustra, e 'n un momento imbruna.

Cosa mirabil non è che socto el sole

non vinca morte e vangi la fortuna." (nr.1)